lunedì 10 marzo 2008

e alla fine arriva Polly Jean Harvey

PJ HARVEY: Roma, Auditorium parco della musica, 9 marzo 2008

Ieri si è avverato un desiderio.

Credo che sarò breve.

Per molti quello di ieri sera sarà stato un bel concerto, per tanti un gran concerto, per me è stato “il” concerto: ho dovuto attendere quasi 15 anni, ma ho aggiunto un’altra pennellata a quel quadro intitolato musica.

Ho visto centinaia di concerti, in tutte le condizioni possibili di location, pubblico, acustica e predisposizione celebrale, ma pochi mi hanno emozionato e fatto venire un nodo in gola; quando ha attaccato il jack alla chitarra ho volato, mi è bastato sapere quello che sarebbe successo di li a pochi secondi per far palpitare il mio cuore: tanto immensa nella sua figura gracile da rendere il palco, che fino ad un minuto prima con le luci accese era sembrato sproporzionato, piccolo piccolo.

Elegante e sorridente (non me lo sarei aspettato) ha ripercorso la sua storia musicale regalando agli spettatori le versioni intime dei suoi brani più famosi; come in un film sembrava di spiare pj nella stanza della sua fattoria sulle colline del Dorset, comporre musica con l’ausilio ora di una chitarra ora del pianoforte, un metronomo a segnare il tempo, una drum machine per riempire alcuni brani ed il leggio con i testi al suo fianco.

Incredibilmente spontanea, si è intrattenuta con il pubblico tra un brano e l’altro raccontando la genesi delle sue canzoni, facendo battute e chiedendo alla platea consigli sulla scaletta; White chalk, suonato quasi per intero, è sicuramente il disco ideale dal quale attingere per un concerto del genere, l’aulicità di White chalk (la mia preferita del disco omonimo), The devil, gli acuti mozzafiato di Grow grow grow o The mountain sarebbero bastati ha giustificare il prezzo del biglietto (a luglio bjork dovrà sudare parecchio per giustificare il costo doppio), ma riascoltare To bring you my love come primo brano della serata, o Rid of me, che davvero non mi aspettavo, è stato davvero da brivido; che dire poi dell’arrangiamento per drum machine e arpa celtica (almeno credo!) di Down by the water, o della nuova chiave di lettura di Angeline legata a My beautiful Leah con un loop percussivo.

Sicuramente sto dimenticando qualche brano, vi assicuro che quella di ieri sera è stata una serata fondamentale nel mio percorso musicale; indimenticabile.

Voto 9\10

3 commenti:

il-rovo ha detto...

ieri sera c'ero anch'io all'Auditorium.E polly non mi ha deluso,anzi!E' stata straordinaria,una vera artista!
Che il concerto fosse intimistico me l'aspettavo,dopo White Chalk.Ma Polly e' andata oltre le mie aspettative!!E questo per un estimatore dell'artista e' il massimo: non e' stato solo il concerto che mi aspettavo e' stato piu' di quanto potessi aspettarmi!
Lei e quel grande palco,Lei e i suoi strumenti,tutti suonati da lei,LEI e la sua Voce,Lei e il pubblico che mostra calorosamente di apprezzare.
Polly jean Harvey e la Sua musica,che e' anche un po' la nostra musica.
Il momento piu' alto del concerto,per me si e' materializzato con Grow,Grow,Grow, The Mountain e Silence,quando la pertecipazione emotiva stava sconfinando in quella commotiva.
Poi tra sorprese e conferme ho particolarmente apprezzato,My beatifull leah,Electric light,Shame,Man Size,Snacke,Rid of me,The desperate kingdome of love che ha fatto calare delicatamente il sipario sulla magia-onirica,poetica-malinconica della serata.Una serata che portero' nei miei ricordi dolcemente...Grazie Polly e a tutti che ieri sera hanno caldamente vissuto uno scorcio di vera poesia e arte.
il-rovo

Anonimo ha detto...

semplicemente mi ha commossa - ieri sera in sala ha ipnotizzato tutti, concerto storico

ccomix ha detto...

grazie ragazzi, grazie per la conferma della mia sensazione. alla prossima cco