sabato 16 febbraio 2008

Padmini Chettur "paperdoll"

Roma - Auditorium Parco della Musica
6-26 febbraio 2008 "EQUILIBRIO, festival della nuova danza"

venerdi 15
sala Petrassi, ore 21

Padmini Chettur India
"Paperdoll" prima italiana




Devo dire che a distanza di circa dodici ore dall'evento, le mie riflessioni mi stanno portando ad un lento ma sorprendente e progressivo gradimento della serata. tra le varie forme che l'uomo ha scelto per esprimere l'arte e trasmettere dei messaggi ai suoi simili, sicuramente la danza è tra quelle che meno mi affascinano: la realtà è che ogni volta che mi ci avvicino rimango colpito e devo smentire il mio scetticismo.
Anche la danza, come la musica o la pittura, ha infinite sfumature espressive e sicuramente la pieces di ieri sera ha esulato dai canoni tradizionali di genere, ma daltronde il festival non si sarebbe chiamato della Nuova danza! Padmini Chettur è una coreografa indiana non ancora quarantenne, proviene dalla scuola tradizionale di danza indiana dalla quale carpisce la sensualità dei movimenti del corpo per reinterpretarli con canoni contemporanei.
Ecco allora nascere Paperdoll. Le paperdolls non sono altro che le bambole di carta con le quali tutti abbiamo giocato da bambini, legate indisolubilmente per le mani l'una all'altra, fino all'immancabile strappo. Cinque ballerine di bianco vestite, riempiono il palco eseguendo movimenti meccanici lenti e ripetitivi, ossessivi a volte, come la base sonora minimale che serve quasi esclusivamente da metronomo per scandire il tempo: legate come le bambole tramite le braccia, esplicitano il concetto di azione e reazione creando una catena che a volte si spezza proiettando le ballerine in diverse direzioni.
l'immobilità inanimata di una bambola di carta mossa dal vento in maniera impercettibile non impedisce alla coreografa di dare dinamicità alla scena: come mi ha spiegato Manu, si è avuta la sensazione, malgrado ci fossero solo cinque ragazze sul palco, che lo stesso fosse riempito.
malgrado qualche brusio e qualche sbadiglio di troppo (non nostri ci tengo a precisarlo) lo spettacolo è stato applaudito calorosamente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

perchè non riprovare! vediti il sito di Daniel Ezralow.
secondo me ne varrebbe la pena