giovedì 12 giugno 2008

10 anni fa usciva "5" di LENNY KRAVITZ

Leggendo il blog del caro Seldon, mi trovate alla voce blog preferiti, “la musica di cco”. Voi direte, ma quanto caxxo sei egocentrico che ti auto-celebri, avete ragione, lo sono parecchio; la realtà è che non parlo da un bel pò di musica, ed allora pur avendo appena scelto un libro da leggere, quasi al primo gradino della scala che mi porta in giardino, faccio marcia indietro e di getto vi parlo di “5” di Lenny Kravitz.

Alzi la mano chi non ha ascoltato almeno una volta questo disco! Non si può non rimanere affascinati da questo personaggio controverso spesso al limite tra un genere sofisticato e uno stile un po’ tamarro.

Dismessi gli abiti del rocker, tagliate le lunghissime trecce rasta, lenny entra in studio da solo, da solo scrive e suona tutte le tracce che compongono il disco; questa scelta di abbandonare, almeno in studio, la formazione classica a quattro si traduce inevitabilmente in un abbandono delle sonorità analogiche a favore dell’introduzione nei brani di computer e sinth: la scelta di esplorare nuove strade si rivela vincente, e credibile.

Il disco apre con un omaggio al funky anni 70, Live è un brano che non sfigurerebbe assolutamente nella colonna sonora di miami vice; in supersoulfighters più che Hendrix il buon Kravitz sembra attingere dalla lezione soul di Prince, coretti sexy e flanger alla chitarra, basso corposo, strilla alla James Brown, davvero una goduria.

Il disco è scandito da un alternanza di forti e piano, i belong to you è una ballad intimista dalla forte carica erotica;con Black velveteen facciamo un salto in avanti di parecchi decenni, cassa quattro quarti, voce effettata ed una chitarra che per la prima volta non è in primo piano, un vero esorcismo per la nostra star.

Altro break, if you can’t say no e thinking of you i due brani più celebrati dell’intero disco, confermano la virata soul; l’intermezzo minimal di Take time apre le porte al rock un po troppo epurato di Fly away.

Ancora soul e anni 70 nelle campane e nei fiati alla chic di it’s your life; riascoltando il disco con attenzione devo correggere il tiro, altro che computer qui si celebra la febbre del sabato sera! Basta ascoltare la strumentale Straight cold player intarsiata di assoli di sax, e ritmiche care a mr. Sex machine per rendersene conto.

Ancora spazio per atmosfere soffuse e storie d’amore nelle note di little girl’s eyes; you’re my flavor e can we find a reason chiudono il disco continuando a percorrere la strada melodica che alla lunga risulta vagamente melensa.

Insomma, che pur seguendo ed ascoltando con piacere l’opera di questo indubbio artista non ne fossi un fan lo sapevo, rimango compiaciuto da determiante sue scelte stilistiche, ma allo stesso tempo continuo ad aspettare da ormai 20 anni un disco che mi convinca appieno, per ora per me rimane uno dei migliori incompiuti del panorama rock mondiale

VOTO: 7-\10

un bacio ai pupi. cco

ps: donne ringraziatemi per la foto!

3 commenti:

Seldon ha detto...

Auguri cco!

ccomix ha detto...

grazie fratello partenopeo! essendo la prima persona che mi fa gli auguri questa mattina, ho deciso di cederti il desiderio da esprimere prima dello spegnimento delle candeline. buona giornata. cco

Seldon ha detto...

Grazie fratello romano, è veramente un regalo bellissimo. Cercherò di utilizzarlo per una buona causa.